Ho saputo del primo articolo per puro caso: su radio Capital durante la rassegna stampa semi-comica della mattina. Una doccia fredda.
15/04/10
Non è tutto oro quello che luccica.
Cari tutti,
mi sono presa qualche giorno per smaltire l’indignazione e lo shock degli articoli apparsi sul quotidiano “l’Unità” venerdì 9 e sabato 10 aprile 2010.
Come molti di arkéon, sono rimasta stordita dalla palese manipolazione degli eventi per i propri obiettivi. Una stortura frequente a causa della quale, purtroppo, sto perdendo fiducia nei mezzi di informazione di ogni genere: nella possibilità, ascoltando o leggendo ciò che mi dicono, di sapere cosa realmente è successo senza il filtro plasmatore dei celati interessi economici o di potere o di chissà che genere, di questa o quella parte.
Ho saputo del primo articolo per puro caso: su radio Capital durante la rassegna stampa semi-comica della mattina. Una doccia fredda.
Ho saputo del primo articolo per puro caso: su radio Capital durante la rassegna stampa semi-comica della mattina. Una doccia fredda.
…Ma quando le persone che scrivono articoli -ed a maggior ragione i direttori dei giornali- si prenderanno la briga di fare seriamente il loro mestiere interrogando non solo una faccia della medaglia ma anche l’altra?
Mia madre, quando ero piccola, non si stancava di ripetermi: “Non è tutto oro quello che luccica”.
Perché questo semplice messaggio non è nemmeno preso in considerazione da chi fa questo delicato mestiere?
La notizia dell’Unità rimbalza alla radio, su internet e non solo, e fa danni se non è più che certa e veritiera!!!
Non è vero che per raggiungere il proprio scopo ogni colpo è lecito. E’ un agire IMMORALE!!! Siete adulti, lo volete capire? Se qualcuno facesse così con voi ne sareste felici? Lo trovereste giusto? Non è che perché i più agiscono male dobbiamo farlo tutti: in questa direzione ci massacreremo gli uni gli altri e la specie umana finirà per estinguersi presto!
Penso a quella povera coppia portata ancora una volta in primo piano senza ragione ed a volto scoperto, con il pretesto dello scoop legato alla canzone che Povia portò a San Remo. Ma lasciateli in pace! Non potete usare la carne degli altri per i vostri comodi in questo modo! Sono famiglie semplici: non hanno il vostro pelo sullo stomaco. Perché sporcare ogni cosa bella?!?
Io partecipai alla messa di S. Eustorgio della quale parla il quotidiano.
Avevo letto per ricerca personale dei libri sul Cristianesimo ed il percorso di fede dei cristiani scritti da padre Raniero Cantalamessa. Avevo sentito nelle sue parole il fuoco dello Spirito Santo e, come è inevitabile, ne ero stata attratta.
Ho saputo che concelebrava una messa in una chiesa milanese che non avevo mai sentito nominare prima proprio nei giorni in cui si teneva un seminario di Arkéon con Vito Carlo Moccia. Mi sono detta: è una buona occasione per partecipare ad una Messa celebrata con il cuore.
Ci sono andata ed effettivamente i celebranti ed il coro sono riusciti a trasmettere ai fedeli presenti l’Amore di Dio come purtroppo non sempre si sente nelle celebrazioni Eucaristiche. Un vero e proprio dissetarsi con l’“acqua viva” di cui si parla nel Vangelo. Sono contenta di esserci andata.
Di qui a dire che conosco o che ho avuto rapporti (o che il gruppo arkéon li ha avuti) con il frate cappuccino, il passo è veramente troppo grande.
Ricordo che alla fine della messa il parroco di S. Eustorgio e p. Cantalamessa (che mi pare mi abbiano detto essere stato già altre volte concelebrante nella chiesa di S.Eustorgio) si misero, come usanza di quella parrocchia, davanti alle due porte per salutare tutti i fedeli che uscivano. Mio marito ed io eravamo in un momento di dolore grandissimo per la mancanza dei figli e ci inginocchiammo di fronte al frate chiedendogli una benedizione. Egli, senza dire nulla né benedirci, si voltò verso altri che arrivavano e si allontanò. Una lezione enorme. Come dire: cosa volete da me? Ascoltate ed accogliete ciò che Dio vi manda senza pretendere che io piccolo uomo lo cambi perché non ne ho il potere e nemmeno l’intenzione. Mi piacque moltissimo (non in quel momento, ovviamente: li per lì fu una durissima lezione).
Questo aneddoto per dire: ma quale relazione ha con noi questo servitore di Dio?
Ricordo che passammo in sagrestia perché il parroco, molto ospitale, vedendo un gruppo di non parrocchiani abbastanza numeroso, ci permise di vedere le bellezze conservate lì e nei locali attigui alla chiesa. Punto.
Padre Cantalamessa stesso, di fronte alle manifestazioni gratuite (nel senso di “non derivate da qualche sua azione particolare”) di affetto nei suoi confronti ha fatto quello che avrebbe fatto ogni sacerdote (ed ogni persona di buon senso): non le ha respinte duramente ma nemmeno le ha in alcun modo incoraggiate.
Trovo che anche con le contestate trasmissioni abbia percorso la sua strada in accordo a ciò che la sua scelta di vita gli richiede: ha preso ciò che c’era di buono e senza fare pubblicità, l’ha mostrato e l’ha usato per spiegare e portare la Parola di Dio.
…E se quello che nell’articolo è scritto del carteggio è vero, ha ancora di più la mia stima: non avendo assistito a fatti e non avendo motivi né interesse per credere all’una piuttosto che all’altra parte, li ha messi in comunicazione chiamandosene fuori.
Come a dire: guardi Vito Carlo Moccia che se lei è in buona fede e cerca di vedere aspetti critici del suo lavoro per crescere e migliorare nel rispetto dell’altro, qui c’è qualcuno che ha qualcosa da dirle. Guardi signora, che se il suo interesse è davvero il bene dei figli della sua amica, questo è quello che ne dice il loro padre
(e non si può dare per scontato che anche lui non abbia il bene dell’intelletto solo perché la pensa diversamente da lei! -aggiungo io).
E’ un modo di agire infinitamente più saggio e più corretto che quello di quei centri studi sulle sette che invece di far dialogare le parti le mettono sistematicamente una contro l’altra acuendo i conflitti e piegando gli eventi, le parole e le teorie a proprio uso e consumo.
E’ lo stesso che provò a mettere in atto la dott.sa Di Marzio chiedendo di far rientrare nel suo studio su arkéon anche le testimonianze negative pervenute al CeSAP della provincia di Bari. Purtroppo la dott.sa Tinelli non acconsentì (perché?) e –combinazione- dopo poco lo studio della Di Marzio fu bloccato da una vicenda giudiziaria partita ancora una volta da Bari, assurda, probabilmente montata ad arte da chissachì e (credo e spero) per fortuna ora conclusa.
Mi dispiace tanto che tutte queste persone estranee al lavoro di arkeon siano attaccate con il pretesto della nostra vicenda e patiscano per questo. Le porto nel cuore e nella preghiera.
Il dialogo
è portatore di chiarezza e di pace.
E’ terreno fertile per la capacità critica e
l’autonomia di pensiero
delle persone.
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