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21/03/10
Aggiornamenti importanti.
Desidero segnalare due cose:
1) l'uscita del libro "Nuove religioni e sette", edizioni Magi della dott.sa R. Di Marzio che forse, essendo stato scritto da chi studia questi fenomeni (definiti dalla televisione di questi giorni "un vero e proprio allarme sociale"), può aiutare molti di noi a comprenderne la realtà;
2) l'apertura della nuova sezione "danni collaterali" sul sito "Il caso Arkeon" con la lettera di Piero Mazza il quale, a seguito di tutte queste trasmissioni - che magari dicono a parole di essere "garantiste" ma poi in tanti aspetti proprio non lo sono - ha perso il lavoro solo per il fatto di essere uno degli undici indagati di Arkeon.
Mi dispiace tanto per Piero, per la sua famiglia e per quanti come lui, senza far tanto chiasso sulla stampa o in TV, è ormai da veramente troppo tempo che subiscono questa pressione e questo stillicidio a mio giudizio organizzato.
Chi abita o ha abitato in paesi piccoli sa bene come gli sguardi e le dicerie della gente logorano la vita delle persone. Gente (purtroppo anche giornalisti, ultimamente!) che non si prende la briga e la responsabilità di verificare con la sua testa informandosi o domandando al diretto interessato, ma semplicemente si fa vento che porta ad altri il seme di quella "storia".
Lo stesso accade nei quartieri popolari e nei luoghi di lavoro.
Mi dispiace anche per me e per gli altri come me, perché tutto questo vuol dire che c'è una condanna già scritta prima di qualunque processo se non siamo più che d'accordo con chi si dichiara "vittima". La lezione sia chiara per tutti: per i media non si è innocenti fino a prova contraria, ma - come è stato detto nel servizio di "Terra!" di venerdì scorso - presunti colpevoli.
Il Cielo ci protegga tutti.
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11/10/09
domenica, 11 ottobre 2009
Cari tutti,
è veramente tanto tempo che tengo chiusa ai vostri occhi la porta dei miei pensieri.
Sono stati mesi impegnativi quelli passati dall’ultimo post. Dapprima è mancato il tempo per ascoltare il mio cuore. Troppo pressanti le richieste del quotidiano. Poi una breve vacanza molto rigenerante nel corpo e nello spirito. E di nuovo un tuffo nella routine frenetica con di fondo l’esigenza di non tornare a chiudere questo dialogo.
Sono molto soddisfatta di quello che ho fatto in questo tempo.
Aiutare i bambini a comprendere, a coltivare lo spirito civico, il rispetto per l’ambiente che ci circonda, per le persone e per le cose che vengono loro offerte è forse una delle fortune più grandi che mi siano capitate.
E’ anche una responsabilità notevole perché richiede ascolto di sé e degli altri. Non solo delle parole, ma dei movimenti del cuore, dei ricordi di quando ero bambina anche io. Di cosa ho provato e di cosa provo. Mi richiede di mettermi nei panni di chi è molto diverso da me, tanto diverso che mi fa paura.
Tutto questo per fare da “ufficio informazioni” in maniera un po’ più utile: “Sì, guarda, questa strada porta di là. Mi ricordo bene, ci sono stata anche io”.
Quando però quando guardo il “mondo adulto” che li nutre, come vi viene esercitato il senso di giustizia che è inscritto nel cuore di ognuno di noi, mi corre un brivido per la schiena e veramente auguro a questi germogli di non bruciarsi alle gelate improvvise di cinismo e cattiveria, ma di riuscire a sbocciare a tempo debito spandendo un sano profumo di onestà.
E’ pensando a questi giovani che sento ancor più grande rispetto ed enorme gratitudine per tutti quei Giudici che onorano la Legge, la ritengono “uguale per tutti” e giudicano secondo la Verità dei fatti e non tutelando semplicemente il tornaconto di qualcuno di “utile” o “potente”.
Che stimo i Medici che difendono la Vita e non gli interessi economici di questo o di quello.
Che stimo i Giornalisti che scavano nell’apparenza degli “spot pubblicitari” di questa o quella parte ricercando la realtà dei fatti e mettendo in evidenza le contraddizioni.
Stimo i Comici e tutti i comuni cittadini che fanno -nonostante tutte le difficoltà- satira politica perché è lo strumento che “svela il senso, o il nonsenso, morale delle scelte politiche” (“L’elefante invisibile”, Giuseppe Mantovani, 1998 Giunti Ed., pag.40)
Li rispetto perché oltre ad agire con rettitudine per onorare la propria coscienza, sono un esempio… ed un cattivo esempio può cancellare in un istante milioni di buone parole.
E’ importante che ce ne siano di buoni. Sono merce rara e preziosa. Sono come quei rituali che non siamo in grado di rispettare ma verso cui tendiamo, quelle stelle polari che ci indicano la direzione.
Ecco ciò che penso: l’imprenditore che si fa solo i fatti suoi, che arricchisce senza chiedere scusa quando calpesta gli altri, il mafioso che comanda, che usa la sua tanta furbizia solo a suo tornaconto e contro il bene di tanti altri, è “un cretino”. Si perde il senso dell’essere Umano. Disperde quell’informazione che conserva la specie Uomo da secoli e, diffondendo il suo stile di vita, la spinge verso la progressiva estinzione. Come un virus che si nutre dell’organismo che lo ospita ma quando ne ha sterminato la specie, ha alte probabilità di morire con lui.
Prestiamo attenzione a cosa per noi è veramente importante, ai valori che trasmettono le storie “epiche” che raccontano molti dei telefilm di oggi… Sono ben lontani dal coraggio e dalla generosità di Robin Hood, D’Artagnan, Ivanhoe, Pulzella d’Orleans, Sandokan e compagnia bella!
Per proteggere le nostre piccolezze dallo sguardo altrui, rischiamo di non chiamarle più con il loro nome e di abilitarle a valori per non far brutta figura.
E’ questo è l’insegnamento di cui stiamo -nei fatti- nutrendo i nostri giovani! …E vista la qualità dell’alimento chissà come ci tratteranno quando saremo vecchi…
“La contraddizione tra il rituale e la vita di ogni giorno conferisce tensione all’esperienza quotidiana, che è dilaniata tra i due poli di ciò che le persone pensano che si dovrebbe fare e di ciò che esse riescono effettivamente a fare nelle concrete situazioni della vita. Una cattiva coscienza, sembra dire il rituale, è meglio che nessuna coscienza”. (“L’elefante invisibile”, Giuseppe Mantovani, 1998 Giunti Ed., pag.36)
19/05/09
lunedì, 19 maggio 2009
Cari tutti,
mi è stato segnalato questo blog che con piacere metto a vostra disposizione.
Faccio questa scelta perché credo nella libertà di parola e di difesa, raccontando ciò che si è vissuto e si riconosce come vero in un modo semplice ed onesto: come quando si spazzolano i capelli e scorrendoli tutti si lascia che i nodi vengano al pettine.
Riporto qui di seguito il contenuto della pagina iniziale:
“Arkeon è una psicosetta i cui vertici sono stati condannati e incarcerati per truffa, associazione a delinquere e violenze”.
Per chi non sappia cos’è stato Arkeon, questa è la verità su Arkeon. O quantomeno questa è la sola verità reperibile in rete, sulla stampa o dalla televisione.
Tuttavia questa verità è falsa.
E’ quella che si chiama una “verità mediatica”. Creata su una parola (psicosetta) che probabilmente non avevate mai sentito e che dovrebbe spiegare il significato di un’altra parola (Arkeon) che continuate a non conoscere, ma rispetto alla quale avete ormai una fondata diffidenza. Una parola (psicosetta) talmente forte da cancellare la verità giudiziaria, che a distanza di due anni non ha prodotto alcun arresto o condanna semplicemente perché ancora non si è deciso se debba esserci alcun processo. Talmente forte da spingere tutti i media a riportare supinamente notizie di cronaca locale mai verificate da nessuno.Talmente forte da aver impedito che alcuna voce contraria potesse essere udita.
In effetti, una verità “virtuale”, se non per le molte persone colpevoli di aver partecipato a dei seminari di Arkeon e per questo sbattute in tv in prima serata, condannate da familiari ignari ma spaventati, isolati nelle scuole dei propri figli, minacciati con lettere anonime e taglio delle gomme, portate al collasso economico dagli avvocati e dalla perdita del lavoro.
Di fronte a tutto ciò alcune voci in questi anni si sono levate a porre domande e a mostrare alcune contraddizioni. Voci di persone di Arkeon che non hanno inteso farsi intimidire e che hanno voluto raccontare il sostegno, la forza, il rispetto e la profondità sperimentate in questo percorso. Ma anche voci di studiosi ed esperti del mondo antisette, preoccupati da quella che è stata definita una vera e propria “caccia alle streghe”. E che ha fatto parlare di un “Caso Arkeon” in cui – come ha detto qualche osservatore terzo – “chi mette il dito muore”.
Allora cos’è “il Caso Arkeon”? Un’incredibile quanto inconsistente caso mediatico-giudiziario scoppiato a metà del 2007 intorno ad un percorso di crescita individuale (Arkeon) nato in Italia nel corso degli anni ’90. Avviato dalle denunce di alcuni “ex”, che hanno portato all’oscuramento dei siti di Arkeon e all’apertura di indagini su 11 maestri di Arkeon, tra cui il fondatore. E al cui centro, accanto ad Arkeon, c’è il Cesap: una “discussa” associazione antisette di Bari che per prima ha raccolto tali denunce, che nella vicenda in questione ha agito come consulente del Tribunale di Bari e nello stesso tempo come pare lesa, e che ha l’onore di aver per prima introdotto in questa vicenda la parola chiave “psicosetta”.
A questo punto è bene chiarire un aspetto: questo non è un sito promozionale di Arkeon, i cui seminari sono stati interrotti immediatamente dopo la notizia dell’avvio delle indagini. Né l’interesse di chi scrive è di promuoverne la riapertura. E nemmeno l’intento è di santificare il percorso Arkeon, sul quale sicuramente si possono muovere critiche anche importanti, come ha fatto in più occasioni per primo chi scrive. L’obiettivo è solo poter tornare a raccontare la verità su una storia paradossale, quanto lo sono state altre in Italia prima della nostra, a partire dal caso Tortora, al caso Dimitri, al caso Rignano, al caso Brescia solo per fare gli esempi più eclatanti. Ciò che accomuna queste vicende non è tanto “l’errore giudiziario o investigativo”, quanto il singolare concorso di incompetenze, psicosi e interessi particolari nell’inventare una realtà inesistente e nel determinare una vera e propria persecuzione. Vogliamo raccontare quanto è avvenuto e quanto ancora sta avvenendo e forse avverrà, per amore della verità, per gratitudine verso un’esperienza che abbiamo visto sanare molte vite ferite e per i nostri figli e chi verrà dopo, perchè non debbano continuare a fare i conti con simili follie.
Nel merito, questo sito raccoglie una parte del tantissimo materiale che in questi anni è apparso sul web in relazione ad Arkeon, cercando di rendere pubbliche e accessibili quelle informazioni e quel dibattito fino ad oggi svoltosi tra addetti; informazioni che mostrano tutta l’assurdità di questa vicenda. Il sito crescerà un po’ alla volta, vi invitiamo a seguirlo.
Buona lettura"
Un abbraccio e buona notte.
pulvis.
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